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Remiz pendulinus (Linnaeus, 1758)
Pendolino

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Passeriformes
Famiglia: Remizidae
Specie politipica con almeno 11 sottospecie. Nel Paleartico occidentale sono presenti le sottospecie pendulinus (Linnaeus, 1758) in Europa occidentale e meridionale, Russia, Asia minore, menzbieri (Zarudny, 1913) in Asia minore, Iran, caspius (Poelzam, 1870) negli Urali e regioni sul Mar Caspio), jaxarticus (Severtzov, 1872) in Siberia.

CARATTERISTICHE
Piccolo passeriforme, di dimensioni inferiori a quelle di Cyanistes caeruleus e di Panurus biarmicus, con becco finemente appuntito e coda relativamente lunga. Il portamento e il comportamento vivace e nervoso sono simili a quelli del genere Parus. Il piumaggio ricorda quello di Lanius collurio. Limitato dimorfismo tra i sessi. Il maschio è caratterizzato da una larga mascherina nera che partendo dal becco comprende la regione attorno agli occhi e parte delle guance. Le restanti parti del capo e del collo, ad eccezione della fronte castano scuro, sono di colore grigio cenere chiaro. Le restanti parti della faccia, la gola e il sottocoda sono biancastri mentre il petto è chiaro macchiato di castano. Il dorso è color ruggine sfumato verso il giallognolo e ruggine spento sul groppone e nel sopracoda. Le penne delle ali e della coda sono nero-brune con margini biancastri. Il becco è nerastro, le zampe sono color ardesia e l’iride è bruna. La femmina è simile al maschio ma mostra colori più opachi, testa più scura, maschera nera più ridotta e margine delle penne, specialmente remiganti, più chiare. Il giovane ha la fronte bianca e il capo grigiastro ma senza mascherina nera; le penne delle ali e le copritrici invece sono meno contrastate.
E’ una specie territoriale durante il periodo riproduttivo e abbastanza gregaria nel resto dell’anno.
L’alimentazione è costituita principalmente da insetti (adulti, larve o uova) e da ragni. I nidiacei vengono alimentati principalmente con larve, soprattutto di Lepidottero, e ragni. Può utilizzare anche materiale vegetale, solitamente al di fuori della stagione riproduttiva, anche se i semi di Salix costituiscono la risorsa trofica più importante per le popolazioni della Mongolia proprio in primavera ed estate. Ricerca il cibo principalmente nelle parti più distali dei rami, anche se occasionalmente ispeziona le cavità nella corteccia del tronco o dei rami più grossi. In primavera visita regolarmente i salici fioriti alla ricerca di insetti impollinatori.
Specie nidificante in Italia. La stagione riproduttiva va da aprile inoltrato sino agli inizi di maggio. La covata è in genere singola, formata da 5-10 uova, occasionalmente è possibile una seconda deposizione. Solo la femmina cova le uova ed entrambi i partner curano la prole. La cova dura 13-14 giorni, i nidiacei si involano dopo 16-18 giorni ma continuano a far parte del nucleo familiare per alcune settimane dopo l'abbandono del nido. Il primo tentativo di riproduzione si verifica ad 1 anno di età. I maschi di un anno hanno un successo riproduttivo solitamente inferiore a quello dei maschi più vecchi. la muta inizia poco dopo l'involo, a luglio, e termina ad agosto inoltrato.
La longevità massima registrata risulta di 6 anni e 8 mesi.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione eurocentroasiatica.
L'areale del Pendolino, specie tipicamente paleartica, si estende dal Mediterraneo all'Asia centrale, attraverso l'Europa centrale e sud-orientale. E' solo accidentale in Gran Bretagna e Marocco.
In Italia, come nelle altre regioni mediterranee occidentali, mostra un areale più frammentario che nell'est europeo. Come nidificante è scarso nelle regioni settentrionali (Lombardia, Veneto, Emilia), più diffusa in quelle meridionali, alle basse quote (Silvano 1988, Brichetti 1976).
L'areale si è espanso a nord, ovest e sud ovest (Schifferli 1980, Cnossen e Van der Velde 1982). A nord-ovest il limite dell'areale è avanzato di 300 km verso ovest tra il 1930 ed il 1965, stabilizzandosi tra il 1965 ed il 1975, per poi procedere nuovamente di 250 km a ovest e 200 km a nord fino al 1985.
Questa specie è migratrice nei settori settentrionali della sua distribuzione, stazionaria al sud, le popolazioni intermedie sono migratrici parziali. Le popolazioni più settentrionali del Paleartico occidentale svernano nell'Europa meridionale (Francia, Portogallo, Spagna e Italia meridionale). L'Italia costituisce il quartiere invernale delle popolazioni dell'est Europeo (principalmente Polonia). Sono rari i casi di svernamento nelle isole del Mediterraneo e nel nord Africa.
In Europa si riprodurrebbero 140.000 coppie (Tucker e Heath 1994). La popolazione francese, stimata essere di 10.000 coppie, ha mostrato un decremento a partire dal 1950. Lo stesso fenomeno si è verificato in Grecia, dove pare essere associato alla distruzione dell'habitat di questa specie. In Italia a metà anni ’80 era stimata una popolazione nidificante di 20.000-30.000 coppie (Meschini e Frugis 1993). Una revisione delleinformazioni disponibili ipotizza che l’attuale popolazione sia di un 50-70% inferiore rispetto a quella stimata negli anni ’80 (Brichetti e Grattini 2010).

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
In Emilia-Romagna è una specie sedentaria nidificante, migratrice regolare e svernante diffusa in tutto il territorio di pianura e nei fondovalle fino ad una quota di 200 metri, raramente fino a 300 metri. Le maggiori densità sno rilevate nel settore orientale della regione. Nidifica in aree con zone umide d’acqua dolce o salmastra in cui è presente vegetazione arborea e arbustiva ripariale come salici, tamerici, pioppi. In altri periodi dell’anno frequenta canneti, zone con vegetazione erbacea alta ai margini di zone umide e soprattutto boscaglie igrofile. In alcune aree (Valle del Mezzano – FE) si possono osservare numerosi nidi anche lungo i filari alberati che costeggiano le strade. Il Pendolino necessita inoltre del canneto, soprattutto al di fuori del periodo riproduttivo. Sulla base di censimenti in zone campione è stata stimata una popolazione nidificante in Emilia-Romagna di 3.000-8.000 coppie nel 1994-1997, 3.000-5.000 nel 2001-2003 (Marchesi e Tinarelli 2007) con trend della popolazione soggetto a marcate fluttuazioni.
Specie legata agli ambienti ripariali di corsi d’acqua e zone umide con acque lentiche.
Nidifica principalmente nelle vicinanze di corsi d'acqua o di zone umide e paludose, con abbondante vegetazione ripariale, prediligendo fiumi e torrenti che formino lanche e bracci morti, nonché zone marginali di laghi ove si siano conservate aree palustri. Il nido è sospeso a ramoscelli sottili, all'estremità di un ramo che è spesso sporgente sull'acqua. Colloca il nido sui rami di Phragmites, Typha, Tamarix, Salix, Populus.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: VU (C1)
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 3.000-5.000 coppie nel periodo 2001-2003 (Marchesi e Tinarelli 2007).
Non vi sono informazioni sufficienti per stimare la popolazione svernante e in transito durante le migrazioni.
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione nidificante in Emilia-Romagna costituisce probabilmente il 25-40% di quella nazionale.
Non vi sono informazioni sufficienti per stimare la popolazione svernante e in transito durante le migrazioni.
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sicuro (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
I principali fattori limitanti per la specie nei siti di riproduzione sono costituiti dagli interventi di trinciatura/sfalcio e incendio dei canneti in periodo riproduttivo; molto probabilmente anche la consistente presenza della Nutria, che provoca alterazioni della superficie e della struttura del canneto, hanno un effetto negativo sulla popolazione nidificante.
La distruzione dell'habitat di questa specie pare essere la causa di declino più immediata. Le operazioni di bonifica di paludi e delle zone umide in generale hanno portato alla riduzione dell'ambiente tipico del Pendolino, così come non ha giovato alla specie la canalizzazione dei corsi d'acqua con il conseguente deterioramento della vegetazione ripariale. Il massiccio uso di insetticidi per il controllo o lo sterminio dei ditteri ematofagi delle zone umide può aver determinato una ridotta disponibilità di risorse trofiche.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- conservare e ripristinare i canneti, anche quelli marginali e poco estesi di fossati e canali,
- conservare e ripristinare la vegetazione arborea e arbustiforme ripariale ai margini di zone umide con acque sia lentiche che lotiche,
- limitare/vietare gli interventi di controllo della vegetazione durante la riproduzione mediante potature, sfalci e incendi,
- controllo della Nutria per impedie la perdita di canneti,
- limitare/vietare l’uso di biocidi nelle aree agricole vicine e contigue alle zone umide abitate dalla specie.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) presente in autunno-inverno nel bosco lungo il fiume

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