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Emberiza calandra Linnaeus, 1758
Strillozzo

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Passeriformes
Famiglia: Emberizidae
Sinonimi: Miliaria calandra Linnaeus, 1758
Specie politipica con 3 sottospecie: M. c. calandra (Linnaeus, 1758) in Isole Canarie, Nord-Africa, Europa, Asia Minore, clanceyi (Meinertzhagen, 1947) in Irlanda e Scozia occidentali, buturlini (Hermann Johansen, 1907) in Turchia, Iraq, Iran, Cina, Afghanistan. In Italia è presente la sottospecie nominale. La specie era inserita nel genere Miliaria.

CARATTERISTICHE
Zigolo piuttosto grosso e tozzo con becco massiccio. Specie con lieve dimorfismo sessuale (femmina con ali più strette e corpo più corto). Adulto caratterizzato da parti superiori e del capo marrone-camoscio o grigio-marrone con striature scure più larghe dal vertice al groppone; guance, mento e gola color crema o camoscio chiaro con macchie triangolari nere; parti inferiori da crema a biancastro con striature sottili marrone scuro o nere; timoniere bruno-seppia superficialmente, grigio-bruno inferiormente; remiganti bruno-grigio scuro con orlature grigio-camoscio o crema pallido. Giovane simile all’adulto ma con colorazione di fondo più giallo-camoscio e con terziarie e copritrici con bordo biancastro contrastante con il camoscio pallido del centro delle penne.
Possibile confusione con i giovani del genere Passer.
Specie generalmente gregaria al di fuori della stagione riproduttiva. Volo con alternanza di battiti profondi e corte planate, producendo così un movimento ondulatorio.
La dieta dei nidiacei comprende insetti adulti o larve (Ditteri, Ortotteri, bruchi, Coleotteri Scarabeidi) e semi, soprattutto cereali (frumento, avena, orzo). Al di fuori della stagione riproduttiva lo Strillozzo è granivoro, ma spesso si nutre anche di altro materiale vegetale. Foraggia soprattutto sul terreno, nei campi coltivati.
Specie nidificante in Italia. Nidifica in aree aperte con terreno erboso, brughiere, terreni incolti e campi coltivati. La deposizione avviene da fine maggio ad agosto. Le uova, 4-6 (1-7), sono biancastre, spesso sfumate di azzurro, porpora o camoscio con macchiettature bruno-nero o porpora. Periodo di incubazione di 12-14 giorni.
La longevità massima registrata risulta di 9 anni e 10 mesi.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione euroasiatica.
L’areale riproduttivo dello Strillozzo è molto ampio e si estende dalle Isole Canarie fino all’Asia centrale, dall'Europa centro-settentrionale al Nord Africa ed a Sud-Est fino in Iran ed Iraq. Diffuso nei paesi dell’Europa centro-meridionale, è raro in Irlanda e Scozia settentrionale, ed assente dai Paesi scandinavi, dai paesi baltici e dalla parte più settentrionale delle regioni europee orientali.
Specie sedentaria o parzialmente migratrice, sverna nella parte meridionale dell'areale riproduttivo. I migratori occidentali si dirigono principalmente verso Sud-Ovest o Sud Sud-Ovest, mentre individui più meridionali si spostano verso Ovest.
Gli individui residenti compiono movimenti erratici gregari durante l'inverno, sulla base della disponibilità ed abbondanza delle risorse trofiche.
Negli anni ’90 gran parte delle popolazioni europee, compresa quella italiana, hanno evidenziato importanti cali demografici, per questo la specie è complessivamente considerata in declino.
Consistenza popolazione nidificante italiana: 200.000-600.000 coppie/nidi nel 2003 e trend della popolazione in diminuzione (BirdLife International 2004). La specie è distribuita su buona parte dell'Italia continentale, nelle isole maggiori e su alcune delle isole minori più estese. La specie è assente dalle quote più elevate dell’Appennino e da ampi settori delle Alpi, dove comunque può raggiungere i 1.500 m di quota.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
In Emilia-Romagna è una specie sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante presente su tutto il territorio regionale dal livello del mare a circa 1.000 metri di altitudine, raramente a quote superiori, in habitat aperti e tendenzialmente aridi, coltivati e non, soprattutto ove questi sono caratterizzati da presenze sparse di arbusti, siepi o alberi.
Consistenza popolazione nidificante in Emilia-Romagna: 8.000-15.000 coppie/nidi nel 1994-1997, 7.000-14.000 nel 2001-2003 e trend della popolazione in diminuzione (Tinarelli ined.).
Anche Ceccarelli e Gellini (2008) riportano un forte calo della popolazione nidificante (-37%) in Romagna attraverso un confronto delle densità di coppie/Km nel 1995-1997 e nel 2004-2006.
Abita soprattutto le aree collinari e le zone pianeggianti caratterizzate da paesaggi agricoli aperti e relativamente vari, con prati, coltivazioni erbacee e cerealicole (frumento), inframmezzate da filari arborei o alberi isolati; si rinviene anche in zone incolte, come le conche o i costoni prativi invasi da macchie di vegetazione arbustiva. Adotta i fili di linee elettriche e i tralicci metallici come posatoi elevati di canto.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: VU (A2)
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 7.000-14.000 coppie nel 2001-2003 (Tinarelli ined.).
Non vi sono informazioni sufficienti per stimare la popolazione svernante e in transito durante le migrazioni.
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione nidificante in Emilia-Romagna costituisce il 2-3% di quella nazionale.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 2 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione concentrata in Europa) (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
L'introduzione e la diffusione di moderne tecniche agricole sono la principale causa della crisi che ha subito la specie nelle campagne dell'Europa centro-occidentale. La riduzione delle superfici permanentemente inerbite, le monocolture intensive, l'espansione dei centri abitati ed il disturbo arrecato dall'uomo hanno determinato la forte riduzione della specie.
In particolare in Emilia-Romagna i fattori limitanti per la specie sono costituiti da:
- distruzione della vegetazione spontanea erbacea ed arbustiva ai margini dei coltivi durante il periodo riproduttivo,
- trasformazione e/o scomparsa dei prati-pascoli,
- traformazioni agrarie e abbandono dei sistemi di rotazione delle colture,
- impiego di insetticidi ed erbicidi che costituiscono probabilmente il maggiore fattore limitante.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Fondamentali sono la limitazione o il divieto dell’uso di biocidi in agricoltura e negli allevamenti all’aperto e il divieto di controllo della vegetazione nei siti riproduttivi durante la nidificazione.
In Emilia-Romagna nelle superfici interessate dall’applicazione di misure agroambientali finalizzate alla creazione/conservazione anche di ambienti idonei sono state rilevate numerose coppie in complessi macchia radura e in altre superfici in cui sono stati realizzati prati permanenti e siepi con fasce di rispetto erbose. Lo strillozzo ha mostrato quindi una buona capacità di colonizzazione delle superfici realizzate ex novo in pianura e quindi la disponibilità di prati, soprattutto in pianura, è attualmente il principale fattore limitante per questa specie un tempo molto diffusa negli agroecosistemi.
E’ evidente inoltre che sono necessarie specifiche ricerche per definire meglio e/o aggiornare distribuzione e consistenza di questa specie.
Specie facilmente confondibile con altri passeriformi. L’accertamento della riproduzione e il censimento delle coppie nidificanti sono resi difficili dalla vastità delle zone idonee. Il monitoraggio delle coppie nidificanti può essere effettuato mediante il conteggio dei maschi in canto territoriale.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) nidificante nelle aree contigue

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