>> L'OASI SI PRESENTA >>  LISTA DEGLI ANIMALI DELL'OASI >> EGRETTA GARZETTA

Egretta garzetta (Linnaeus, 1766)
Garzetta

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Ciconiiformes
Famiglia: Ardeidae
Inizialmente collocata da Linneo nel genere Ardea, Egretta garzetta è una specie politipica di cui sono note sei sottospecie: E. g. garzetta (Linnaeus, 1766), E. g. nigripes (Temmink, 1840), E. g. immaculata (Gould, 1846), E. g. schistacea (Ehrenberg, 1828) E. g. gularis (Bosc, 1792) ed E. g. dimorpha Hartet, 1914. Secondo taluni autori le sottospecie E. g. gularis e E. g. schistacea formerebbero insieme una specie a sé stante, così come viene innalzata al rango di specie anche E. g. dimorpha. Altri considerano invece conspecifiche E. g. garzetta, E. g. gularis e E. g. dimorpha. Inoltre E. garzetta è ritenuta formare una superspecie con Egretta thula (Cramp e Simmons 1977; Alieri e Fasola 1992; del Hoyo et al. 1992).
In Italia è presente la sottospecie nominale.

CARATTERISTICHE
Airone bianco di media grandezza, collo a “S”, becco nero e zampe alte.
Specie priva di dimorfismo sessuale. Abito riproduttivo caratterizzato da colorazione totalmente bianca, penne ornamentali lunghe alla base del collo, sulle scapolari e sul dorso, ed un paio sulla nuca; zampe bicolori con piedi gialli in contrasto con tibie e tarsi neri; becco scuro. Abito non riproduttivo diverso solo per l’assenza del ciuffo sulla nuca e per la diminuzione del numero di penne ornamentali. Nei giovani sono totalmente assenti le penne ornamentali. Volo simile a Bubulcus ibis ma ha una silhouette più slanciata; rispetto a Casmerodius albus ha zampe meno sporgenti dalla parte posteriore del corpo. Si distingue da Casmerodius albus per le dimensioni più ridotte e la diversa colorazione dei piedi (gialli anziché neri); in volo è più slanciata di Bubulcus ibis e con becco nero anziché giallo.
Specie gregaria durante tutto il corso dell’anno, solitaria o in piccoli gruppi nel momento dell’alimentazione; associata spesso ad altre congeneri. Al di fuori del periodo riproduttivo gli individui presenti in un'area si radunano in dormitori generalmente situati su alberi o in canneti.
L’alimentazione è in relazione al sito: nella Pianura Padana utilizza risaie e sponde fluviali mentre sulle coste dell’alto Adriatico vengono preferite le acque salmastre. La caccia è effettuata camminando nell’acqua bassa. Le specie catturate includono girini ed, in quantità minori, adulti di Rana, larve di Odonati e di altri Insetti; in ambiente fluviale non disdegna pesci, tra i quali Cobitis taenia, Lepomis gibbosus, Tinca tinca, Cyprinus carpio e crostacei (Triops cancriformis). Nel periodo invernale vengono per lo più frequentati fiumi e canali d’acqua dolce, allevamenti di pesce e canali. Questo è probabilmente dovuto ad una diversa disponibilità di prede nei diversi periodi dell’anno nei diversi ambienti.
Specie nidificante in Italia. Può nidificare sia in colonie monospecifiche, costituite anche da pochi nidi, sia, più frequentemente, in colonie miste con altri Ardeidi, specialmente con la Nitticora. Nidifica su arbusti o alberi e vegetazione erbacea e palustre. La deposizione avviene fra aprile e metà agosto, max. metà maggio-giugno. Le uova, 3-5 (2-8), sono di color blu-verde opaco. Periodo di incubazione di 21-25 giorni.
La longevità massima registrata risulta di 22 anni e 4 mesi.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione paleartico-paleotropicale-australasiana, ampiamente, anche se discontinuamente, diffusa nell’Europa centro-meridionale e soggetta tra il 1970 e il 1990 ad una espansione soprattutto nella regione mediterranea (Francia, Italia e Spagna). La stima più recente per l’Europa indica 68.000-94.000 coppie nidificanti prevalentemente in Spagna, Italia, Francia, Azerbaijan e Russia (BirdLife International 2004). La popolazione europea sverna nei Paesi mediterranei e in Africa.
In Italia è presente soprattutto nella pianura Padana e in particolare nella zona delle risaie tra Lombardia e Piemonte dove colonie di centinaia di nidi sono distanti tra loro 4-10 km. E’ diffusa ed abbondante anche nelle zone umide costiere dell'alto Adriatico e più localizzata nelle regioni centro-meridionali e in Sardegna. Nel 2001-2002 sono state censite 15.730 coppie nidificanti in Italia (Fasola et al. 2005) e il trend della popolazione risulta fluttuante. Sulla base dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti coordinati dall’ISPRA (ex INFS) la consistenza della popolazione presente in gennaio in Italia è stata stimata di 5.000-9.000 individui per il periodo 1991-2000 (Brichetti e Fracasso 2003).

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie estiva nidificante, migratrice regolare e parzialmente svernante.
Per l’Emilia-Romagna sono state stimate 2.200-2.300 coppie nel periodo 1994-1997 (Foschi e Tinarelli 1999) e rilevate 1.908-1.935 coppie nel 2001-2002; il censimento effettuato nel 2001 ha permesso di rilevare complessivamente 24 garzaie: 1 nel Piacentino con 6 nidi, 3 nel Parmense con 121 nidi, 1 nel Reggiano con 2 nidi, 3 nel Modenese con 105-115 nidi, 5 nel Bolognese con 59-62 nidi, 9 nel Ferrarese con 1.107-1.117 nidi, 1 nel Ravennate con circa 500 nidi e 1 nel Riminese con 8-12 nidi.
Per gli anni successivi sono disponibili dati aggiornati solo per alcune garzaie del Bolognese, Ferrarese e Modenese (archiv. AsOER) e del Parco del Delta del Po (Volponi 2009) da cui risultano marcate fluttuazioni a livello locale.
Gli insediamenti riproduttivi di dimensioni più consistenti sono in zone costiere; infatti, la Garzetta è l'unico Ardeide che predilige alimentarsi in acque salmastre; pertanto le colonie situate in quest'area presentano dimensioni maggiori rispetto ad altre parti dell'areale italiano (Alieri e Fasola 1992).
In Regione le colonie vengono abbandonate immediatamente dopo la nidificazione: la dispersione verso aree caratterizzate da maggiore disponibilità alimentare, in particolare il comprensorio costiero tra Ravenna e la foce del Po di Volano, si registra già a giugno. Invece, i movimenti migratori verso quartieri di svernamento più meridionali avvengono a partire da agosto fino a ottobre mentre il ritorno verso Nord si registra tra febbraio e aprile.
La specie, durante l’inverno, frequenta svariate tipologie ambientali: pressoché tutte le categorie di Zone Umide, come definite dalla convenzione di Ramsar.
Nel periodo 1994-2009, ha utilizzato, almeno una volta, 206 zone umide sulle 303 visitate durante i censimenti IWC. La distribuzione invernale interessa tutta la Regione. Il complesso di ecosistemi che caratterizza il territorio costiero emiliano-romagnolo, costituito da lagune, saline, paludi d’acqua dolce, valli da pesca, foci, ha ospitato porzioni comprese fra il 55 e il 70% del popolamento; dei 21 siti di importanza regionale ben 17 appartengono a quest’area geografica, tra questi spiccano Pialassa della Baiona, Salina di Cervia e il comprensorio vallivo comacchiese, la somma dei siti che lo costituiscono registra presenze che contribuiscono per un 15-20% alla costituzione della popolazione svernante in Emilia-Romagna. Nelle pianure interne frequenta gli ambienti palustri relitti o recentemente ripristinati, i bacini per l’itticoltura; i bacini rinaturalizzati di ex cave e i corsi d’acqua, che talvolta ha risalito fino al cuore dell’Appennino.
I dati raccolti con i censimenti IWC evidenziano sia un incremento della popolazione, sia un’espansione di areale, infatti, tutti gli indicatori dei tre periodi, medie, minimi, massimi, numero di siti occupati e percentuale di siti occupati rispetto ai censiti, sono in aumento. L’analisi statistica per il decennio 2000-2009 indica un moderato incremento, pari al 5% annuo (I.C. 3-7%).
E’ una specie che frequenta un’ampia varietà di ambienti, in genere caratterizzati dalla presenza di acque fresche, aperte e poco profonde. Le colonie sono situate su alberi, generalmente di specie igrofile, su arbusti o in canneti. Frequenta per l’alimentazione pressoché tutti i tipi di zone umide con bassi livelli dell’acqua. Le tipologie ambientali frequentate al di fuori del periodo riproduttivo sono le stesse.
In un'indagine effettuata nel comprensorio del Delta del Po (Fasola e Barbieri 1988) gli ambienti in cui sono state verificate le presenze durante il periodo di svernamento sono risultati essere scarsamente frequentati in giugno (canali, fiumi, allevamenti di pesce, canali interpoderali) mentre le valli salmastre sono state utilizzate in misura leggermente maggiore in inverno

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: LC
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 1.908-1.935 coppie nel 2001-2002 (archiv. AsOER).
Popolazione svernante: 875-1.053 (1.024) individui per il periodo 2006-2009 (archiv. AsOER).
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione riproduttiva regionale costituisce oltre il 10% di quella nazionale e oltre il 2% di quella europea.
La popolazione svernante in Regione nel 1994-2000, 750 individui, corrisponde all’11% di quella italiana del periodo corrispondente (6.700, 1996-2000) e all’1% di quella della popolazione biogeografia di riferimento (Africa sub sahariana, Mediterraneo, Mar Nero).
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente sicuro. Quasi il 100% della popolazione regionale nidificante e almeno il 70% di quella svernante è all’interno di siti Natura 2000. Il 30-50% della popolazione nidificante e il 50-70% di quella migratrice e svernante è concentrata nelle aree protette regionali. A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sicuro (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
In Emilia-Romagna i principali fattori limitanti noti per la specie sono:
- il disturbo antropico nei siti di nidificazione,
- gli abbattimenti illegali in alcune zone destinate soprattutto all’itticoltura,
- il degrado e la riduzione delle zone idonee per l’alimentazione a causa della riduzione/scomparsa di piccoli pesci e anfibi e della semplificazione delle comunità vegetali determinata dall’eccessiva eutrofizzazione, dalla Nutria, da interventi di controllo della vegetazione durante il periodo riproduttivo,
- la distruzione e la trasformazione dei siti di nidificazione (sfalcio e incendio dei canneti, taglio di alberi e arbusti e variazioni del livello dell’acqua durante il periodo riproduttivo) e in particolare delle aree boscate presenti nelle golene dei fiumi per praticarvi la pioppicoltura intensiva,
- la collisione con i cavi di linee elettriche a media tensione,
- la morte per intrappolamento in reti di copertura di bacini per l’itticoltura intensiva,
- il disturbo venatorio.
Una parte della popolazione regionale è residente ed è quindi soggetta a fluttuazioni causate dalla elevata mortalità durante inverni molto freddi come quello del 1984-1985.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- assicurare che i soggetti responsabili della gestione delle acque prevedano la conservazione dei canneti e della vegetazione ripariale durante il periodo riproduttivo nell’ambito dei loro interventi ordinari e straordinari,
- ripristinare e gestire zone umide con condizioni ambientali favorevoli per la specie,
- assicurare la conservazione dei canneti esistenti,
- assicurare la conservazione e il ripristino di complessi forestali, anche minori di 1 ettaro, in prossimità di zone umide idonee all’alimentazione,
- controllare i fattori di disturbo antropico durante il periodo di insediamento delle coppie e per tutta la riproduzione,
- prevenire e reprimere gli abbattimenti illegali,
- ridurre le sostanze inquinanti di origine civile, agricola e industriale immesse nell’acqua delle zone umide di maggiore interesse conservazionistico attraverso la realizzazione di depuratori e di ecosistemi per la fitodepurazione,
- controllare la presenza della Nutria,
- mettere in sicurezza le linee elettriche che insistono in contesti critici e definire disciplinari per la realizzazione di nuove linee elettriche o per l’ammodernamento di quelle preesistenti,
- applicare le metodologie standardizzate sviluppate per censire la popolazione nidificante e decidere la frequenza del monitoraggio.
Per il censimento della popolazione nidificante è necessario individuare le colonie (garzaie), usate spesso anche da altre specie. Nelle colonie plurispecifiche la valutazione della consistenza dei nidi deve essere effettuata secondo le tecniche standardizzate riportate in letteratura. La valutazione della popolazione svernante risulta più accurata se effettuata mediante individuazione dei dormitori e censimento degli individui presenti.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
19/08/2018 Bacino di valle Maselli Mirco circa 140 individui - bacino ormai secco
04/08/2018 Bacino di valle Maselli Mirco almeno 43 individui - bacino in disseccamento
02/07/2016 Bacino di valle Maselli Mirco
19/06/2016 Lago maggiore (canneto centrale) Andrea Serra (Ecosistema)
13/09/2015 Bacino di valle Andrea Serra (Ecosistema)
12/09/2015 Bacino di valle Andrea Serra (Ecosistema) bacino quasi asciutto
23/08/2014 Bacino di valle Andrea Serra (Ecosistema)
07/10/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
23/09/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
05/08/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
24/07/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
08/07/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
22/06/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) presenza regolare in periodo estivo

Webmaster: Ecosistema scrl
Consulenze e Servizi per la conservazione della Natura e lo sviluppo ecosostenibile - Copyright © 2006-2013 Ecosistema scrl