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Ardea alba Linnaeus, 1758
Airone bianco maggiore

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Ciconiiformes
Famiglia: Ardeidae
Sinonimi: Casmerodius albus (Linnaeus, 1758); Egretta alba (Linnaeus, 1758)
Inizialmente posta nel genere Ardea da Linneo, la specie è stata successivamente nominata da altri autori Herodias alba e Casmerodius albus. E’ una specie politipica di cui sono note quattro sottospecie: C. a. alba (Linnaeus, 1758), C. a. modesta (J.E. Gray, 1831), C. a. melanorhynchos (Wagler, 1827) ed C. a. egretta (Gmelin, 1789). Bauer e Glutz (1966) sostengono l’esistenza di una quinta sottospecie, che corrisponde alla popolazione neozelandese generalmente inclusa nella sottospecie modesta (Cramp e Simmons 1977; Baccetti e Massi 1992; del Hoyo et al. 1992).
In Italia è presente la sottospecie nominale.

CARATTERISTICHE
Grande airone bianco, snello, con zampe lunghe, becco molto dritto e collo sinuoso dalla tipica forma ad S molto pronunciata.
Specie con lieve dimorfismo sessuale (i due sessi differiscono solamente per le dimensioni delle ali e la lunghezza delle penne ornamentali delle scapolari, le cosiddette aigrettes, maggiori nel maschio). Abito riproduttivo caratterizzato da colorazione totalmente bianca, penne ornamentali lunghe alla base del collo e sulle scapolari, appena accennate sulla nuca; becco di color nero con base giallastra o rosata, redini verdi; tarsi e piedi nerastri, tibia giallo intenso o rossastra. L’abito non riproduttivo differisce solo per la quasi totale assenza delle penne ornamentali; becco giallo, tarsi e piedi tendenti al verdastro, tibia giallognola. Nei giovani sono assenti penne ornamentali; becco da grigio a giallo, lato dei tarsi e sottopiede gialli.
Simile per dimensioni ad Ardea cinerea ma molto più snello; il becco chiaro e le zampe scure lo rendono simile a Bubulcus ibis ma la corpuratura è più grande e slanciata.
Specie solitaria o moderatamente gregaria nel periodo non riproduttivo. Volo con battute lente e cadenzate, zampe molto sporgenti oltre la coda.
L’alimentazione risulta essere piuttosto varia, composta da pesci soprattutto (Anguilla, Carassius, Lepomis, Cyprinus, Tinca) e poi da anfibi, crostacei, serpenti ed insetti acquatici. A questi si aggiungono anche prede terrestri: insetti, lucertole, piccoli uccelli e mammiferi. L'Airone bianco maggiore è un cacciatore diurno, passivo (quando caccia cammina lentamente oppure sta immobile in attesa di scorgere la preda) ed in genere solitario, capace di difendere in modo aggressivo il proprio territorio di approvvigionamento quando si renda necessario per difendersi da altri conspecifici cleptoparassiti. Se il cibo è però presente in grandi quantità si possono anche formare grandi gruppi di centinaia di individui che cacciano insieme.
Specie nidificante in Italia. Nidifica anche in colonie plurispecifiche ma preferibilmente in piccoli gruppi su arbusti o alberi in siti isolati. Ogni coppia definisce un proprio territorio costruendo il nido sempre piuttosto isolato dagli altri. La deposizione avviene fra metà marzo e metà giugno, max. aprile-maggio. Le uova, 3-5 (2-6), sono di color blu pallido. Periodo di incubazione di 25-26 giorni.
La longevità massima registrata risulta di quasi 7 anni.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione cosmopolita. In Europa l’areale riproduttivo si estende principalmente dall’Austria al Mar Caspio con propaggini in Olanda, Lettonia e pianura Padana. La popolazione europea è soggetta a notevoli fluttuazioni e tra la fine dell’800 e la metà ddl ‘900 ha subito un generale declino a causa dell’utilizzo delle penne per fini ornamentali. La popolazione si è ripresa a partire dagli anni ‘70, quando è iniziato un aumento demografico e la colonizzazione di nuove zone; attualmente è stimata una popolazione di 11.000-24.000 coppie concentrate principalmente in Ucraina (4.500-7.300 cp), Russia (3.000-10.000 cp) e Ungheria (1.800-3.000 cp) (BirdLife International 2004).
Raro in Italia fino agli anni '70, ha cominciato un costante aumento degli individui svernanti dilatando sempre più il periodo di permanenza, fino ai primi anni ’90 quando ha iniziato a nidificare nelle Valli di Comacchio (FE) nel 1992 (Piacentini 1993) e presso Codigoro (FE) nel 1990 (Passarella 1995). Le poche notizie storiche disponibili al riguardo sono sempre riferite alla parte nord-orientale della Pianura Padano-Veneta. Definito da vari Autori dei primi del secolo scorso non nidificante; in seguito furono avanzate ipotesi sull'insediamento di qualche rara coppia negli anni '40-'50 fino agli anni ’90 in cui si è insediato stabilmente. L'incremento demografico, propagatosi dall'areale storico di distribuzione, è confermato anche dal repentino aumento della popolazione in aree più orientali (Austria e Ungheria) da cui provengono gli individui svernanti in Italia. La popolazione nidificante in Italia è stata valutata di 23-27 coppie nel 1995 (Brichetti e Cherubini 1996) e di 38 coppie nel 2001-2002 (Fasola et al. 2005) concentrate principalmente in Emilia-Romagna . Sulla base dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti coordinati dall’ISPRA (ex INFS) la consistenza della popolazione presente in gennaio in Italia è stata stimata di 2.000-4.000 individui per il periodo 1991-2000 (Brichetti e Fracasso 2003) ; per la Regione mediterranea si ritengono presenti 40.000-55.000 individui svernanti.
I movimenti post-riproduttivi sono particolarmente evidenti in settembre-ottobre, la migrazione pre-nuziale in marzo e aprile. Gli svernanti in Italia provengono principalmente dalle colonie di Austria, Ungheria e Balcani.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie sedentaria e parzialmente nidificante, migratrice regolare e svernante.
Ha iniziato a nidificare nelle Valli di Comacchio (FE) nel 1992 (Piacentini 1993) e presso Codigoro (FE) nel 1990 (Passarella 1995). Per il periodo 1994-1997 sono noti 9 siti di nidificazione in Emilia-Romagna con 15-25 coppie (Foschi e Tinarelli 1999): presso Malalbergo (BO) con 1 coppia nel 1995 e 2 nel 1996, presso Molinella (BO) 1 cp nel 1996, a Codigoro (FE) (1 cp nel 1990), in Valle Bertuzzi (FE) (2 cp nel 1995), presso Iolanda di Savoia (1 cp nel 1997), in Valle Dindona (FE) (1 cp nel 1997), nelle Vallette di Portomaggiore (FE), nelle Valli di Comacchio (6 cp nel 1995), nelle Valli Ravennati (13 cp nel 1995). Nel 2002 sono state censite 32 coppie in Emilia-Romagna distribuite in 5 garzaie (archiv. AsOER): 2 nel Parmense con 3 nidi, 2 nel Bolognese con 2 nidi, 1 nel Ravennate con 27 nidi.
Per gli anni successivi sono disponibili dati aggiornati solo per alcune garzaie del Bolognese, Ferrarese e Modenese (archiv. AsOER) e del Parco del Delta del Po (Volponi 2009) che permettono di aggiornare la stima della consistenza della popolazione nidificante al periodo 2004-2006.
In Emilia-Romagna considerato in tempi storici raro e di comparsa irregolare durante i periodi di migrazione (Zangheri 1938), lo svernamento ha cominciato ad essere regolare dalla fine degli anni ’70.
Nel periodo 1994-2009 ha presentato un marcato incremento di individui ed espansione dell’areale di svernamento. Nel 1994-2000 risultavano occupati circa 100 siti con una media di quasi 900 presenze; a fine periodo nel 2006-2009 i siti occupati erano 220 con una presenza media di circa 1.840 individui. Esaminando i dati su base annuale, si nota come a metà anni ’90 la popolazione svernante era rappresentata da circa 200 individui concentrati in una ventina di siti, tra i quali poche zone umide costiere (Valli di Comacchio, Salina di Cervia e Ortazzo) raccoglievano la metà della popolazione. Da quel momento l’incremento numerico è stato rapidissimo fino a raggiungere i livelli attuali in cui sembra in atto una tendenza alla stabilizzazione. Anche l’areale di svernamento è ampliato. Notevoli concentrazioni anche nelle zone umide interne d’acqua dolce (Valli del Mirandolese, Pianura bolognese, Valli di Argenta) e inoltre dal confronto tra le carte di distribuzione dei tre periodi si nota una presenza poco consistente ma comunque significativa lungo i corsi d’acqua in ambiente appenninico. L’analisi dei dati per il periodo 2000-2009 indica un moderato incremento pari al 3% annuo (I.C. 1-5%).
Specie legata ad ambienti umidi. Le aree idonee per la nidificazione sono costituite da zone umide d’acqua dolce o debolmente salmastra con densi canneti e boscaglie igrofile e con superficie complessiva superiore ai 50 ha. Nidifica su alberi, arbusti e tra le canne in colonie plurispecifiche e più raramente in coppie isolate. Frequenta per l’alimentazione sia tutte le tipologie di zone umide con bassi livelli dell’acqua sia i fossati tra i coltivi, i medicai e i prati dove caccia micrommamiferi. Al di fuori del periodo riproduttivo si alimenta anche anche in zone umide salmastre e in vaste aree con coltivi e campi arati.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: EN (D1)
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 80-120 coppie nel periodo 2004-2006 (Volponi 2009, Tinarelli ined.).
Popolazione svernante: 1.593-1.875 (1.840) individui per il periodo 2006-2009 (archiv. AsOER).
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione riproduttiva regionale costituisce circa il 90% di quella nazionale.
La popolazione svernante dell’Emilia-Romagna nel 1994-2000 rappresentava il 22-44% di quella italiana del periodo e il 3-4% di quella della regione biogeografica di riferimento.
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente mediocre. Circa l’80% della popolazione nidificante e il 30-50% di quella migratrice e svernante è concentrata nelle aree protette regionali (Parco del Delta del Po). Il 100% della popolazione regionale nidificante e almeno il 50% di quella svernante è all’interno di siti Natura 2000. A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sicuro (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
In Emilia-Romagna i principali fattori limitanti noti per la specie sono:
- il disturbo antropico nei siti di nidificazione,
- gli abbattimenti illegali in alcune zone destinate soprattutto all’itticoltura,
- il degrado e la riduzione delle zone idonee per l’alimentazione a causa della riduzione/scomparsa di piccoli pesci e anfibi e della semplificazione delle comunità vegetali determinata dall’eccessiva eutrofizzazione, dalla Nutria, da interventi di controllo della vegetazione durante il periodo riproduttivo,
- la distruzione e la trasformazione dei siti di nidificazione (sfalcio e incendio dei canneti, taglio di alberi e arbusti e variazioni del livello dell’acqua durante il periodo riproduttivo) e in particolare delle aree boscate presenti nelle golene dei fiumi per praticarvi la pioppicoltura intensiva,
- la collisione con i cavi di linee elettriche a media tensione,
- gli intrappolamenti in reti di protezione dagli ittiofagi,
- il disturbo venatorio,
- la mortalità dovuta a prolungati periodi di gelo nelle zone di alimentazione.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- assicurare che i soggetti responsabili della gestione delle acque prevedano la conservazione dei canneti e della vegetazione ripariale durante il periodo riproduttivo nell’ambito dei loro interventi ordinari e straordinari,
- ripristinare e gestire zone umide con condizioni ambientali favorevoli per la specie,
- assicurare la conservazione dei canneti esistenti,
- controllare i fattori di disturbo antropico durante il periodo di insediamento delle coppie e per tutta la riproduzione,
- prevenire e reprimere gli abbattimenti illegali,
- ridurre le sostanze inquinanti di origine civile, agricola e industriale immesse nell’acqua delle zone umide di maggiore interesse conservazionistico attraverso la realizzazione di depuratori e di ecosistemi per la fitodepurazione,
- controllare la presenza della nutria,
- mettere in sicurezza le linee elettriche che insistono in contesti critici e definire disciplinari per la realizzazione di nuove linee elettriche o per l’ammodernamento di quelle preesistenti,
- applicare le metodologie standardizzate sviluppate per censire la popolazione nidificante e decidere la frequenza del monitoraggio.
Specie facilmente rilevabile e identificabile. Per il censimento della popolazione nidificante è necessario individuare le colonie (garzaie), usate spesso anche da altre specie; l’Airone bianco maggiore può nidificare anche in colonie monospecifiche e soprattutto in colonie costituite da pochi nidi in canneti scarsamente accessibili. Nelle colonie plurispecifiche la valutazione della consistenza dei nidi deve essere effettuata secondo le tecniche standardizzate riportate in letteratura. La specie rientra tra quelle per le quali i valori rilevati durante i censimenti invernali sono solo indicativi dell'ordine di grandezza della consistenza reale a causa della presenza di individui anche al di fuori delle zone umide censite (campi arati e corsi d’acqua lontano dalle zone umide principali). La valutazione della popolazione svernante risulta infatti più accurata se effettuata mediante individuazione dei dormitori e censimento degli individui presenti.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
10/02/2019 Osservatorio anfibio Andrea Serra (Ecosistema) 1 individuo
19/08/2018 Bacino di valle Maselli Mirco 5 individui - bacino ormai secco
04/08/2018 Bacino di valle Maselli Mirco 1 individuo - bacino in disseccamento
02/07/2016 Bacino di valle Maselli Mirco
13/09/2015 Bacino di valle Andrea Serra (Ecosistema)
12/09/2015 Bacino di valle Andrea Serra (Ecosistema) bacino quasi asciutto
21/08/2015 Bacino di valle Andrea Serra (Ecosistema)
21/06/2015 Lago maggiore Andrea Serra (Ecosistema)
14/02/2007 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
07/11/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
07/10/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
23/09/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) presente dal 2006 nella zona umida

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