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Ardea purpurea Linnaeus, 1766
Airone rosso

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Ciconiiformes
Famiglia: Ardeidae
La specie Ardea purpurea è politipica e comprende due sottospecie nella Regione Paleartica occidentale: A. p. purpurea Linnaeus 1766 e A. p. burnei de Naurois , 1966, (quest'ultima da alcuni considerata specie distinta), e due sottospecie nel resto dell'areale: A. p. madagascariensis van Oort, 1910 e A. p. manilensis Meyen, 1834 (Cramp e Simmons 1977; Voisin 1991; Barbieri e Brichetti 1992; del Hoyo et al. 1992).
In Italia è presente la sottospecie nominale.

CARATTERISTICHE
Airone di grandi dimensioni con collo molto sottile e lungo; parte anteriore del corpo con tipica struttura “serpentina”, dovuta al becco relativamente lungo ed appuntito ed al capo piuttosto assottigliato.
Specie con lieve dimorfismo sessuale (femmina più piccola). Abito riproduttivo caratterizzato da colorazione bruno scuro; tipico disegno rossastro e nero di testa e collo visibile solo a breve distanza; scapolari e base del collo con penne ornamentali allungate; breve ciuffo nero sulla nuca; parti superiori grigie, più brune sulle ali; becco giallo brunastro, zampe giallastre con tibie scure. Nei giovani la colorazione appare bruno chiara con macchiettature più scure; parti inferiori fulve senza evidenti striature lungo il collo.
Simile ad Ardea cinerea, soprattutto con condizioni di scarsa visibilità, ma con corporatura più piccola e slanciata e tipico “collo a serpente”.
Specie solitaria salvo durante la nidificazione che avviene, in genere, in colonie. Volo con battute rapide ed andatura sobbalzante, zampe molto sporgenti con dita divaricate e collo ripiegato all’indietro.
L’alimentazione è costituita principalmente di pesci, insetti (larve de adulti), piccoli mammiferi, anfibi, rettili ed occasionalmente di uccelli, crostacei (Palaemonetes antennarius), molluschi ed Aracnidi. In genere i pesci hanno dimensioni comprese tra i 5 ed i 15 centimetri, ma talvolta possono essere più grandi raggiungendo i 40 centimetri. Le specie preferite sono: l'Anguilla (Anguilla anguilla), il Luccio (Esox lucius), la Carpa (Cyprinus carpio), il Persico sole (Lepomis gibbosus). La dieta di giovani ed adulti è del tutto simile. In genere caccia all'alba o al tramonto, da solo, difendendo in modo aggressivo il territorio di pesca dagli altri consimili.
Specie nidificante in Italia. Nidifica in colonie sia plurispecifiche sia, più frequentemente, monospecifiche (talvolta inferiori a 10 nidi e anche coppie singole), in canneti. La deposizione avviene fra inizio aprile e giugno, max. metà aprile-metà maggio. Le uova, 3-5 (7), sono di color blu-verde pallido, spesso macchiettate di bianco durante l’incubazione. Periodo di incubazione di 25-30 giorni.
La longevità massima registrata risulta di 25 anni e 5 mesi.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione paleartico-paleotropicale. La sottospecie nominale nidifica dall’Europa centrale e meridionale al Maghreb mentre l’areale di svernamento comprende l’Africa equatoriale e il delta del Nilo. La maggior parte della popolazione europea, stimata di 29.000-42.000 coppie, nidifica in Russia (10.000-15.000 cp), Ucraina (6.700-11.900 cp), Francia (2.000-2.200 cp) e Spagna (2.000 cp) (BirdLife International 2004); complessivamente la popolazione europea è considerata in diminuzione.
In Italia nidifica soprattutto nella pianura Padano-Veneta e con piccole popolazioni in Toscana, Umbria, Lazio, Puglia, Sardegna e Sicilia. E’ presente dalla prima metà di marzo alla fine di agosto (presenze tardive in ottobre e novembre). Nel 1985-1986 sono state rilevate 550 coppie e stimate 650 per l’Italia. Una più accurata copertura delle aree adatte permise a metà degli anni ‘90 di aggiornare a 1.500 coppie la popolazione italiana delle quali 670-750 in Emilia-Romagna. Nel 2001-2002 sono state censite 2.269 coppie nidificanti in Italia (Fasola et al. 2005) di cui 890 nel 2001 in Emilia-Romagna.
Le popolazioni che nidificano in Europa sono migratrici e svernano principalmente nell’Africa sub-sahariana a Nord dell’Equatore, dal Senegal all’Africa orientale, alcuni individui trascorrono irregolarmente l’inverno nel Mediterraneo, eccezionalmente in centro Europa.
La migrazione pre-nuziale avviene da marzo a maggio con un picco in aprile e quella post-riproduttiva tra agosto e ottobre con picco a settembre.
Sulla base dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti coordinati dall’ISPRA la consistenza della popolazione presente in gennaio in Italia è stata stimata in 0-1 individui nei periodi 1991-1995 e 1996-2000.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie estiva nidificante, migratrice regolare e svernante irregolare.
Per il periodo 1994-1996 erano noti 17 siti con 923-1.074 coppie/nidi (Foschi e Tinarelli 1999): 7 nel Ferrarese con 550-640 coppie (di cui 210 presso la foce del Volano e 250-300 nelle Vallette di Portomaggiore), 6 nel Bolognese con 40-50 coppie, 1 in Valle Mandriole (RA) con circa 80 coppie; nidificazioni certe e probabili erano segnalate per il Modenese (2 siti con 2-3 coppie) e per il Parmense (1 sito con 1 coppia). Nel 2001 sono state censite 890 coppie distribuite in 24 garzaie (archiv. AsOER): 1 nel Piacentino con 33 nidi, 1 nel Parmense con 1 nido, 2 nel Modenese con 4 nidi, 12 nel Bolognese con 108-117 nidi, 7 nel Ferrarese con 412-422 nidi e 1 nel Ravennate con circa 200 nidi.
Per gli anni successivi sono disponibili dati aggiornati solo per alcune garzaie del Bolognese, Ferrarese e Modenese (archiv. AsOER) e del Parco del Delta del Po (Volponi 2009) da cui risultano marcate fluttuazioni a livello locale. Mancano però censimenti nello stesso anno della maggior parte delle garzaie per aggiornare la stima della popolazione nidificante.
In Emilia-Romagna lo svernamento di un solo individuo è stato rilevato nel 2003, 2004, 2005, 2008, in 3 casi in corrispondenza di siti dell’interno, appartenenti rispettivamente alle zone umide catalogate da ISPRA come: Pianura Bolognese Occidentale, Pianura Bolognese Centrale, Pianura Bolognese Orientale; in un caso presso un sito costiero ferrarese, la laguna di Valle Bertuzzi. Questi siti sono anche frequentati dalla specie durante la stagione riproduttiva, è ipotizzabile che abbiano svernato individui rimasti in loco dopo la nidificazione.
La popolazione nidificante è probabilmente sottostimata sia nel caso di colonie molto numerose all’interno di vaste aree di canneto sia nel caso di piccoli nuclei e coppie isolate a causa delle difficoltà di censimento. Un censimento valido dei nidi può essere effettuato attraverso sorvoli aerei quando i giovani sono già sviluppati e le piattaforme dei nidi particolarmente evidenti dall’alto.
Al di fuori del periodo riproduttivo, pur trattandosi di specie facilmente identificabile, frequentando sovente canneti non è facilmente rilevabile. Il censimento della popolazione svernante è quindi solo indicativo dell’ordine di grandezza del contingente.
Le aree idonee per la nidificazione della specie sono costituite dalle zone umide d’acqua dolce e salmastra, anche di modeste dimensioni, con densi canneti non soggetti a operazioni di controllo per 2-3 anni almeno. Per l’alimentazione frequenta zone umide ricche di vegetazione, esclusi alberi e arbusti, e con acque basse; in tarda estate caccia micrommamiferi anche in medicai e prati appena sfalciati.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: NT
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 890 coppie nel 2001 (AsOER archiv.)
Popolazione svernante: 0-1 individui per il periodo 2006-2009 (archiv. AsOER).
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione riproduttiva regionale costituisce il 39% di quella nazionale e oltre il 2% di quella europea.
Gli individui irregolarmente presenti in inverno in Emilia-Romagna costituiscono una frazione rilevante ma percentualmente difficile da quantificare della popolazione svernante in Italia.
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente insoddisfacente. La popolazione regionale sembra soggetta, oltre che a notevoli variazioni di consistenza e ubicazione delle colonie, ad una complessiva diminuzione nonostante la disponibilità di nuove zone umide realizzate a partire dalla metà degli anni ’90 attraverso l’applicazione di misure agroambientali comunitarie in cui hanno nidificato almeno 40-50 coppie nel 2002-2003, pari al 4-6% della popolazione regionale (Marchesi e Tinarelli 2007).
Circa il 40% della popolazione nidificante regionale è concentrata in aree protette regionali, cioè nel Parco del Delta del Po. Quasi il 100% della popolazione regionale nidificante è all’interno di siti Natura 2000.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa) poiché la popolazione europea è relativamente piccola ed è stata soggetta ad un marcato decremento nel periodo 1970-1990; nel periodo 1990-2000 la popolazione europea è risultata complessivamente in moderato declino (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
In Emilia-Romagna i principali fattori limitanti noti per la specie sono:
- il disturbo antropico nei siti di nidificazione,
- gli abbattimenti illegali in alcune zone destinate soprattutto all’itticoltura,
- il degrado e la riduzione delle zone idonee per l’alimentazione a causa della riduzione/scomparsa di piccoli pesci e anfibi e della semplificazione delle comunità vegetali determinata dall’eccessiva eutrofizzazione, dalla Nutria, da interventi di controllo della vegetazione durante il periodo riproduttivo,
- la distruzione e la trasformazione dei siti di nidificazione (sfalcio e incendio dei canneti e variazioni del livello dell’acqua durante il periodo riproduttivo),
- la collisione con i cavi di linee elettriche a media tensione.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- assicurare che i soggetti responsabili della gestione delle acque prevedano la conservazione dei canneti e della vegetazione ripariale durante il periodo riproduttivo nell’ambito dei loro interventi ordinari e straordinari,
- ripristinare e gestire zone umide con condizioni ambientali favorevoli per la specie,
- conservare i canneti esistenti idonei per la nidificazione della specie,
- controllare i fattori di disturbo antropico durante il periodo di insediamento delle coppie e per tutta la riproduzione,
- prevenire e reprimere gli abbattimenti illegali, - mettere in sicurezza le linee elettriche che insistono in contesti critici e definire disciplinari per la realizzazione di nuove linee elettriche o per l’ammodernamento di quelle preesistenti,
- ridurre le sostanze inquinanti di origine civile, agricola e industriale immesse nell’acqua delle zone umide di maggiore interesse conservazionistico attraverso la realizzazione di depuratori e di ecosistemi per la fitodepurazione,
- controllare la presenza della Nutria,
- applicare le metodologie standardizzate sviluppate per censire la popolazione nidificante e decidere la frequenza del monitoraggio.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
21/08/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
05/08/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) presente dal 2006 in periodo post riproduttivo

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