>> L'OASI SI PRESENTA >>  LISTA DEGLI ANIMALI DELL'OASI >> STERNA HIRUNDO

Sterna hirundo Linnaeus, 1758
Sterna comune

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Charadriiformes
Famiglia: Sternidae
Specie politipica: la ssp. nominale hirundo Linnaeus, 1758 nidifica nell'Europa, nell'Africa settentrionale e occidentale, nell'America settentrionale, nei Caraibi e nel Medio Oriente; la ssp. longipennis Nordmann, 1835 nidifica in Cina e Siberia; la ssp. tibetana Saunders, 1876 nidifica in Tibet e Mongolia (Cramp, 1985). In Italia è presente la sottospecie nominale.

CARATTERISTICHE
Sterna di medie dimensioni, robusta ma elegante con capo e becco allungati.
Specie con dimorfismo sessuale non evidente. Abito riproduttivo caratterizzato da calotta nera estesa fino agli occhi ed al retro del collo; parti inferiori grigio-bianco ad eccezione di parte alta del collo e lati della testa bianchi; parti superiori grigio-azzurro; groppone bianco e coda bianco-grigia; iride bruno scuro, becco rosso corallo con apice nerastro, zampe rosse. Abito non riproduttivo con calotta ridotta per il bianco di redini e fronte fino all’occhio; dorso grigio chiaro più simile al bianco del groppone; parti inferiori bianche; becco nero con solo la base della mandibola inferiore rossastra. Il giovane ha disegno del capo simile all’adulto in abito non riproduttivo; parti superiori bruno-fulvo con bordature scure; becco nerastro con base rossastra.
In volo, visto da sopra, l’adulto presenta gli apici delle 4-6 remiganti esterne ed il bordo della primaria più lunga scuri; da sotto, lieve contrasto fra parti inferiori grigio chiaro e bianco del sotto-ala. Il giovane in volo, presenta il sopra-ala con porzione chiara tra le piccole copritrici ed il carpo neri e fascia sub-terminale delle secondarie grigio scuro.
Nettamente inferiore a Sterna sandvicensis con becco più corto e meno sottile, testa più corta e compatta, ali più corte e coda più lunga. Dimensioni simile a Sterna paradisea ma becco e testa più prominenti, corpo meno slanciato e negli adulti coda più corta.
Specie gregaria durante tutto l’anno, in colonie riproduttive anche con altri Caradriformi. Volo agile e vario ma misurato nei movimenti. Caccia tuffandosi nell’acqua o raccogliendo le prede dalla superficie.
L’alimentazione è costituita principalmente da piccoli pesci marini ed in minima parte da Crostacei, Anellidi e Molluschi Cefalopodi. Si tratta di una specie opportunista in grado di variare rapidamente la dieta e la tecnica di caccia in relazione alle condizioni locali (Canova & Fasola 1993). In Italia la dieta varia a seconda che la colonia sia posta lungo il corso del fiume Po (dove predominano Alburnus alburnus e Rutilus rubilio) o nelle Valli di Comacchio (Zoosterissesor ophiocephalus, Syngnathus abaster, Carassius sp.); nelle lagune costiere vengono catturate prede mediamente più grosse che lungo i fiumi (Boldreghini et al. 1988).
Specie nidificante in Italia. Nidifica in zone umide salmastre costiere ed, in misura minore, in aree interne d’acqua dolce. La deposizione avviene fra aprile e metà luglio, max. fine aprile-metà giugno. Le uova, 2-3 (1-5), sono di color crema pallido o camoscio, in alcuni casi gialle, verdi, blu o oliva, a volte macchiettate di nero, marrone scuro o grigio. Periodo di incubazione di 21-22 giorni.
La longevità massima registrata risulta di 30 anni e 9 mesi.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione oloartica ampiamente diffusa. L’areale riproduttivo in Europa comprende tutto il continente ma la maggior parte della popolazione è concentrata nei Paesi centro-settentrionali. La popolazione europea sverna lungo le coste dell’Africa occidentale fino al Sudafrica. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa è di 270.000-570.000 coppie concentrate prevalentemente in Russia (50.000-250.000 cp), Ucraina (40.000-55.000 cp), Finlandia (50.000-70.000 cp) e Svezia (20.000-25.000 cp) (BirdLife International 2004). La popolazione dell’Europa occidentale e centro-settentrionale sverna abitualmente nell’Africa occidentale spingendosi fino al Sudafrica; quella più orientale scende lungo il Mar Rosso fino all’Africa equatoriale orientale.
In Italia nidifica prevalentemente nelle zone umide dell’Adriatico settentrionale, nelle zone interne della rete idrografica del Po e di alcuni suoi affluenti, nelle zone umide costiere della Sardegna. Colonie di modeste dimensioni al di fuori di queste aree sono segnalate lungo il corso di fiumi friulani ed in Puglia. Nel triennio 1982-1984 sono state censite in Italia 4.608-4.818 coppie (Fasola 1986) di cui oltre la metà in Emilia-Romagna. La stima più recente della popolazione italiana è di 4.000-5.000 coppie nel periodo 1995-2004, con trend della popolazione fluttuante (Brichetti e Fracasso 2006).
Raramente vengono segnalati soggetti svernanti nel Mediterraneo.
La popolazione presente in inverno in Italia è stata stimata inferiore a 10 individui per il periodo 1995-2005 (Brichetti e Fracasso 2006); negli ultimi anni le segnalazioni riguardano varie località costiere di Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Campania e Sicilia.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie migratrice regolare e nidificante, svernante irregolare.
In Emilia-Romagna sono state stimate 2.000-2.500 coppie nel periodo 1994-1997 concentrate prevalentemente nelle zone umide costiere ferraresi e ravennati (Valle Bertuzzi, comprensorio di Comacchio, Pialasse Ravennati, Ortazzo e Salina di Cervia) e solo in parte (100-150 cp) localizzate nei corsi d’acqua e nelle zone umide delle province centro-occidentali (Foschi e Tinarelli 1999). Nel decennio successivo la popolazione nidificante nelle zone umide costiere è complessivamente aumentata, seppure con marcate fluttuazioni, e censimenti effettuati dal Parco del Delta del Po Emilia-Romagna nel periodo 2004-2006 indicano 3.701-3828 coppie nidificanti nel 2004, 2.922-3.014 coppie nel 2005 e quasi 5.165-5.300 coppie nel 2006 di cui quasi la metà in Valle Bertuzzi (Magnani e Tinarelli 2009). La Sterna ha inoltre colonizzato per la nidificazione dal 1997 alcune zone umide realizzate e gestite mediante l’applicazione di misure agroambientali comunitarie nella pianura modenese e bolognese (stimate 60-90 coppie nel 2002-2003) (Marchesi e Tinarelli 2007).
In Emilia-Romagna lo svernamento è stato rilevato irregolarmente in 4 siti del comprensorio di Comacchio: 1 individuo nel gennaio 1999, 1 nel gennaio 2001, 4 nel gennaio 2002, 1 nel gennaio 2009. I movimenti migratori avvengono in agosto – metà novembre e a fine marzo – inizio giugno. I dati raccolti nel periodo 1994-2009 sono da considerare rappresentativi dell’entità del popolamento svernante.
Specie facilmente rilevabile e identificabile. L’accertamento della riproduzione è facile ma il censimento delle coppie nidificanti è reso difficile dal periodo di riproduzione particolarmente dilatato, da eventuali covate di rimpiazzo e dalle difficoltà di rilevamento dei nidi in zone con accessibilità complessivamente scarsa. Il censimento della popolazione migratrice e svernante è difficoltoso a causa della vastità delle zone idonee.
Frequenta principalmente le zone umide costiere dove nidifica in colonie su isole e barene sabbiose e fangose con vegetazione erbacea scarsa o assente. Poche coppie nidificano anche nelle zone umide dell’interno quali greti ghiaiosi e sabbiosi di fiumi e zone umide con acqua dolce stagnante e banchi di fango affioranti privi di vegetazione.
Le colonie lungo il Po e nei suoi affluenti di destra fino alla fascia collinare nelle Province di Piacenza, Parma, Reggio-Emilia e Modena risultano disperse su ampie superfici, prevalentemente a ghiaia e sabbia, con numeri modesti di coppie, quelle delle zone umide costiere risultano più compatte e numerose con assembramenti anche di diverse centinaia. Nelle zone umide costiere la specie nidifica prevalentemente su isole in zone coperte da scarsa vegetazione; un ambiente particolarmente utilizzato risulta le isolette di minuscole dimensioni (2-3 m. di diametro) costruite dai cacciatori come supporto delle botti per la caccia da appostamento. In questo microambiente riescono a nidificare abitualmente anche 20-30 coppie con una densità all’interno della colonia che raggiunge i massimi livelli conosciuti per la specie; nelle Valli di Comacchio circa 1/3 delle coppie nidifica in questa tipologia ambientale. Nelle zone umide d’acqua dolce singole coppie nidificano talvolta usando come supporto i nidi più voluminosi e abbandonati di Folaga costruiti in zone con scarsa copertura vegetale. La nidificazione della specie è stata indotta con successo in zone umide senza isole del Parco del Taro attraverso l’installazione di zattere (Carini e Adorni 2005).

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: NT
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 2.922-5.300 coppie nel periodo 2004-2006 (Magnani e Tinarelli 2009).
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione nidificante regionale è localizzata in pochi siti e costituisce il 50-80% di quella italiana. La significatività della popolazione regionale è trascurabile a livello europeo (1-2%).
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente insoddisfacente poiché, nonostante il recente incremento della popolazione in Emilia-Romagna, il grado di conservazione degli elementi dell’habitat importanti per la specie è limitato, la popolazione regionale è localizzata in pochi siti. Oltre il 95% della popolazione regionale nidificante è all’interno di Aree Protette Regionali e la maggior parte è concentrata nel Parco Regionale del Delta del Po; tutti i casi di svernamento sono stati rilevati nel Parco Regionale del Delta del Po.
Quasi il 100% della popolazione regionale nidificante è all’interno di siti Natura 2000.
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sicuro (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
In Emilia-Romagna i fattori limitanti più significativi per la popolazione nidificante sono costituiti da:
- sommersione dei nidi in seguito a piogge, tempeste e a manovre idrauliche in saline e valli salmastre,
- predazione dei pulli e delle uova principalmente da parte del Gabbiano reale ma anche di corvidi, ratti e cani,
- scarsità di siti adatti alla nidificazione a causa anche della competizione da parte del Gabbiano reale che si insedia prima,
- disturbo antropico durante la riproduzione (turisti, fotografi, ….),
- sorvolo delle colonie con velivoli durante la nidificazione,
- contaminazione da metalli pesanti, pesticidi e idrocarburi.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- garantire una gestione dei livelli dell’acqua favorevole per il successo riproduttivo,
- ripristinare e gestire zone umide con condizioni ambientali favorevoli per la specie,
- realizzare e ripristinare isole e dossi con condizioni idonee per la riproduzione della specie nelle zone umide già esistenti,
- controllare la presenza del Gabbiano reale e in particolare prevenirne l’insediamento nelle aree più vocate per la riproduzione della specie,
- controllare i fattori di disturbo antropico durante il periodo di insediamento delle coppie e per tutta la riproduzione, vietando l’accesso nelle colonie durante la riproduzione,
- ridurre le sostanze inquinanti di origine civile, agricola e industriale immesse nell’acqua delle zone umide di maggiore interesse conservazionistico attraverso la realizzazione di depuratori e di ecosistemi per la fitodepurazione.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
27/03/2006 Bacini Tinarelli Roberto (Ecosistema) Censimento acquatici 2006-2007
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) frequenta la zona umida durante le migrazioni

Webmaster: Ecosistema scrl
Consulenze e Servizi per la conservazione della Natura e lo sviluppo ecosostenibile - Copyright © 2006-2013 Ecosistema scrl