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Decticus albifrons (Fabricius, 1775)
Dettico fronte bianca

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Arthropoda
Classe: Hexapoda
Ordine: Orthoptera
Famiglia: Tettigoniidae
Il genere Decticus Serville, 1831 comprende specie di grossa taglia distribuite in Europa, Nord Afnca e Asia con diverse specie.
Oltre a D. albifrons, in Italia il genere è rappresentato da altre tre specie:
- D. aprutianus Capra, 1936 - endemica del centro-sud Italia,
- D. loundoni Ramme, 1933 - endemica della Puglia,
- D. verrucivorus (Linnaeus, 1758) - ampiamente diffuso nel Centro-Nord Italia, con stazioni al sud in Campania e Basilicata; specie brachittera di colorazione variabile, da verde a bruno grigiastra o anche ocracea o rosea.

CARATTERISTICHE
Grande specie con capo poderoso e tegmine nolto lunghe, che superano di molto l'apice dei femori posteriori.
La colorazione di fondo è bruna (mai verde) con dense tacche di colore nero-bruno e crema sulle tegmine.
Il pronoto è a lobi laterali nerastri, contornati da una banda chiara.
Le ali posteriori sono leggermente affumicate.
Carattere diagnostico fondamentale sono i cerci del maschio, nei quali il dente interno, lungo e sottile, è inserito alla base e non alla metà come nelle altre specie del genere presenti in Italia (D. verrucivorus, D. loudoni e D. aprutianus).
Dimensioni complessive del maschio 29-41 mm e della femmina 32-39 mm.
L’adulto è un ottimo volatore; di difficile avvicinamento, al minimo pericolo spicca rapidi ed imprevedibili spostamenti al volo.
La specie canta durante il giorno e di sera. Il canto è composto da schiocchi (sillabe) forti e netti, che possono rassomigliare al cinguettio di un uccello. Gli schiocchi sono ripetuti più o meno regolarmente con una frequenza di 2-10/sec, di solito circa 5/sec. Non a caso l'ascolto del forte canto è uno fra i più efficaci metodi di rilevamento della sua presenza.
L’adulto si nutre sia di vegetali che di altri insetti che vengono catturati trai ciuffi d'erba e nei luoghi soleggiati.
Gli stadi giovanili si cibano quasi esclusivamente di graminacee.
Le uova sono deposte nel terreno.
Ad aprile si schiudono e compaiono le neanidi che si presentano molto scure, ad eccezione della parte posteriore dei femori, biancastra.
Gli adulti si osservano tra luglio e novembre.
La specie mostra fluttuazioni ripetute nella dimensione della popolazione, con il numero di individui maturi che può oscillare in singole porzione dell'areale anche di un'ordine di grandezza (dieci volte) tra un anno e l'altro. Può quindi costituire popolazioni molto abbondanti e spesso va incontro a vere e proprie pullulazioni, frequenti in Italia meridionale. In tali occasioni, la specie arreca gravi danni alle colture di cereali, di cui divora i grani; gli individui si arrampicano sulle spighe delle Graminacee, ne troncano lo stelo e successivamte divorano le cariossidi non ancora mature. Durante le pullulazioni, gli esemplan divenuti adulti si spostano in veri sciami, entrando talvolta anche nelle aree urbane.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Questa specie ad ampia distribuzione si può incontrare in Europa meridionale, nelle isole macaronesiche, in Nord Africa ed in Asia sud-occidentale.
È presente in quasi tutte le regioni italiane, soprattutto nelle meridionali, e nelle isole, sia grandi che piccole.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie xerotermofila che vive in luoghi aridi habitat secchi ed assolati, prati xerici, incolti, garighe e macchie, ma anche coltivi. È molto comune e diffusa soprattuto dal livello del mare fino alle aree collinari, ma si osserva anche fino a 1500-1700 m di quota.

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
Il trend di popolazione complessivo della specie sembra essere in aumento e IUCN la considera come LC.
D. albifrons può però essere localmente minacciato nonostante le modeste esigenze ambientali. I principali fattori locali di pressione sono legati:
- all'agricoltura sempre più intensiva (uso di pesticidi, sovrapascolo di praterie,…) che si espande anche in aree idonee alla specie e precedentemente poco sfruttate,
- all'urbanizzazione dei territori rurali mediante costruzione di aree abitative, industriali/artigianali, turistiche e di infrastrutture connesse (soprattutto strade).

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Non sono note misure di conservazione specifiche per le specie.
Le scarse e disomogenee conoscenze su D. albifrons e sul suo status consigliano comunque lo svolgimento di monitoraggi più accurati e continui, per determinare meglio la distribuzione, la consistenza e i trend delle popolazioni a livello globale e locale.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
02/06/2014 Prati incolti in libera evoluzione lungo sentiero Andrea Serra (Ecosistema)

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