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Robinia pseudoacacia L.
Robinia

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida (Rosidae)
Ordine: Fabales
Famiglia: Fabaceae

CARATTERISTICHE
Cespuglio o albero deciduo, spinescente, i cui getti radicali, numerosissimi, si diffondono rapidamente, colonizzando in breve tutto il terreno disponibile. Fusti eretti, spesso biforcati, rami lisci, chioma ramificata, legno giallastro, corteccia rugosa grigio-bruna, fessurata longitudinalmente in età. Altezza 2÷25 m.
Le foglie sono alterne, imparipennate con 6÷7 coppie di segmenti, brevemente picciolate di forma ovale, a margine intero, di colore verde pallido, glabre, dotate di stipole trasformate in robuste spine falciformi.
I fiori dal profumo intenso, sono riuniti in densi racemi penduli, fogliosi alla base hanno calice vellutato, largamente campanulato, verde-chiaro e pubescente; corolla papilionacea, bianca più raramente rosa.
I frutti sono legumi lisci, coriacei, lunghi 5÷10 cm, compressi, deiscenti, di colore rosso-bruno a maturità, rimangono sulla pianta per tutto l'inverno; contengono da 3÷10 semi reniformi, molto duri di colore bruno.
P caesp - P scap
Antesi: maggio÷giugno
Specie molto frugale e di estrema adattabilità, indifferente al substrato, purché ben drenato e con una certa preferenza per terreni acidi; ama la luce e si presta per il consolidamento e miglioramento di terreni sciolti e franosi. Tende a formare dense boscaglie, ed è considerata una specie infestante a causa della velocità di crescita e dell'imponente apparato radicale che emette forti polloni e si diffonde dove nessuna specie arborea vivrebbe, ma soffoca anche piante di specie autoctone.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
N-Americ. - America del Nord. Neofita introdotta in Europa nel 1601, in Italia nel 1662
Distribuzione in Italia: Presente in tutte le regioni come neofita invasiva.
Specie introdotta in maniera deliberata. Inizialmente come soggetto sperimentale di provenienza coloniale, poi scambiata privatamente tra cultori e appassionati, quindi, nella seconda metà dell’Ottocento, impiegata in modo estensivo per consolidare gli argini delle prime linee ferroviarie in costruzione.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie alloctona e invasiva, diffusissima in tutta la Regione in ambito planiziale e collinare
Boschi cedui puri, boscaglie, lungo scarpate, luoghi incolti, siepi.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: Non applicabile (aliena)

IMPATTI SU BIODIVERSITÀ, SALUTE ED ECONOMIA
La grande aggressività della robinia è dovuta all’alta efficienza di entrambe le modalità riproduttive della specie: vegetativa e per seme.
La prima svolge ruolo essenziale nei popolamenti gestiti a ceduo o in qualche modo mantenuti giovanili da interventi di taglio, incendio, estirpazione (incompleta), eliminazione parziale e altro; essa determina l’ampliamento progressivo del clone per riempimento degli spazi vuoti e per espansione periferica esterna. Ecco perché spesso si assiste all’esplosione della robinia nel giro di pochi anni in siti disboscati destinati all’edilizia.
La seconda modalità, sommandosi alla prima per poi diventare determinante nell’ambiente di fustaia (boscaglie invecchiate), interessa le piante sessualmente mature e indisturbate rispetto ai cicli di fioritura, producendo nuclei di fondazione, per lo più irregolarmente distribuiti, dovuti alla dispersione dei semi.
Grazie a tale aggressività, nei boschi boschi causa perdita di biodiversità in quanto soppianta in pochi anni le specie legnose autoctone.
Il contenuto di azoto delle sue foglie è poi di 1.5-2.5 volte maggiore che nelle altre latifoglie (Ziegler, 1958), grazie alla simbiosi con batteri del genere Rhizobium che fissano l’azoto atmosferico. La caduta delle foglie determina quindi un aumento dell’azoto nel suolo e la comparsa di molte specie ammoniacali. A differenza di altre vegetazioni eutrofiche, è quindi la presenza stessa della robinia che crea le condizioni per la sostituzione della flora spontanea circostante con specie più nitrofile.
In molti paesi e regioni la robinia è inclusa nelle liste nere delle specie alloctone vegetali oggetto di monitoraggio, contenimento o eradicazione.

AZIONI DI CONTENIMENTO
La capacità espansiva della robinia è massimale fintanto che l’uomo ne pratica la gestione soprattutto attraverso il taglio ripetuto (ceduazione).
Pertanto, il recupero delle specie native e dei loro assetti naturali nelle cenosi infestate da robinia (boschetti e boscaglie) può conseguirsi solo a 25-30 anni dall’ultimo intervento perturbativo.
Per evitare che le piante rigettino, si deve praticare la cercinatura asportando un anello di corteccia largo 15 cm; in questo modo le radici non ricevono più gli elaborati della fotosintesi e nell’anno successivo l’albero può essere abbattuto senza rischio di reviviscenze.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
20/10/2013 Lungo Reno Andrea Serra (Ecosistema)
09/06/2013 Prati incolti in libera evoluzione lungo sentiero Sirotti Maurizio Visita addestramemento flora spontanea

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