LO STAGNO

LO SPECCHIO D'ACQUA LIBERA
LA BORDURA A CANNUCCIA_DI PALUDE
APPROFONDIMENTI


Quando le acque correnti attenuano il proprio dinamismo sino a fermarsi, si creano condizioni ecologiche particolari che favoriscono l'instaurarsi della vegetazione delle zone umide, popolamenti specifici di piante (in prevalenza erbacei) che, a loro volta, favoriscono comunità animali ben adattate.

Questo avviene con poche differenze in ogni tipo di zona umida d'acqua dolce, dalle "valli" grandi e piccole alle casse di espansione, ma anche in stagni, maceri e, in parte, nei canali a scorrimento lentissimo.

Anche all'interno del Bosco Urbano, nell'area più depressa è presente piccolo bacino artificiale con sponde piuttosto ripide che, lasciato ad evoluzione spontanea con minima manutenzione, ha assunto in poco tempo alcune caratteristiche di uno stagno naturale.


LO SPECCHIO D'ACQUA LIBERA

Il processo di rinaturalizzazione all'interno dello specchio d'acqua libera è stato aiutato alcuni anni fa da uno specifico intervento del Progetto "RI.V.I.V.RO.". Un'azione mirata del progetto, curata dal Comune di Conselice, ha reintrodotto piante di Ninfea comune (Nymphaea alba), Ninfea gialla (Nuphar lutea) nella foto sotto, Limnantemio (Nymphoides peltata), Erba-pesce (Salvinia natans), Castagna d'acqua (Trapa natans), utilizzando esemplari provenienti dalle vicine Valli di Argenta o dai canali della bonifica del Mezzano.

Si è formato così un piccolo nucleo di idrofite radicanti (= piante acquatiche che radicano sul fondo e con foglie e fiori che emergono sulla superficie dell'acqua) e idrofite natanti (= piante acquatiche galleggianti, non ancorate al fondo e prive di vere radici). Questo tipo di vegetazione è indispensabile per potenziare diversi servizi ecosistemici forniti dalla piccola zona umida (innanzitutto l'ossigenazione delle acque dello stagno e, in parte, la loro depurazione naturale).

Purtroppo il popolamento non riesce a insediarsi pienamente e si presenta intermittente perché diversi fattori ne ostacolano lo sviluppo. Oltre a quelli che caratterizzano ormai tutte le zone umide della pianura (qualità/quantità delle acque immesse da corsi d'acqua e canali, presenza di nutria e gambero rosso), qui non è trascurabile l’introduzione abusiva di pesci soprattutto erbivori, successivamente pescati di frodo.

In natura i bacini di piccole dimensioni sono infatti privi di specie ittiche perché essi non riescono a sostenerle ecologicamente a causa del pesante impatto sulla vegetazione e/o sulle altre comunità animali.

Non a caso le misure che regolano il sito Natura 2000 IT4070029 "Bacini di Conselice" (al cui interno è posto il Bosco Urbano) vietano espressamente l'immissione di specie alloctone e l'attività di pesca.

Per garantire l'evoluzione naturale dello specchio d'acqua bisogna quindi che tutti conoscano e rispettino queste norme.


LA BORDURA A CANNUCCIA DI PALUDE

Presso il bordo del bacino si sviluppa anche una fascia di canneto a Cannuccia di palude (Phragmites australis), un tipo di vegetazione importante perché sempre meno frequente nella pianura emiliano-romagnale e quindi considerata habitat di interesse regionale.

Le sponde dello stagno sono però ripide e quindi il canneto, non riuscendo a svilupparsi in acqua, si è diffuso quasi unicamente verso terra, dove nel corso degli anni ha risentito della frequentazione non controllata delle sponde.

Questa frequentazione ha comportato, di fatto,  lo sviluppo di una vera e propria pista tracciata dall’uso spontaneo che ha causato un forte disturbo sulla bordura e la fauna che la frequenta; il calpestio legato all’uso del sentiero ha poi provocato in numerosi tratti una riduzione fisica della bordura stessa.

Nel 2020 il Comune di Conselice ha realizzato diversi interventi di potenziamento naturalistico tra cui alcuni rivolti proprio alla protezione e all'incremento del canneto:
- nella porzione settentrionale dello stagno è stato aperto il "sentiero del canneto", posto in parte lontano dalla riva, ed è stata collocata una staccionata di castagno fra questo e la riva stessa, per consentire uno sviluppo indisturbato del canneto nell'area così delimitata;
- la porzione meridionale dello stagno è stata invece tutta interdetta all'accesso mediante un tratto di staccionata di castagno collocata lungo il "sentiero del bosco", con affissi cartelli di divieto di accesso.

Questi interventi, scoraggiando di fatto anche l'accesso diretto al corpo idrico, contribuiscono a ridurre l'impatto sulla vegetazone acquatica provocato dall'immissione abiusiva di pesci e dalla conseguente pesca di frodo.


APPROFONDIMENTI

LE ZONE UMIDE