LE ZONE UMIDE


LA VEGETAZIONE STAGNALE E PALUSTRE
ALCUNI ANIMALI DELLE ACQUE LIBERE
ALCUNI ANIMALI DEL CANNETO


LA VEGETAZIONE STAGNALE E PALUSTRE

La vegetazione delle zone umide si caratterizza per una disposizione scalare delle specie che la compongono, determinata dal grado di sommersione delle piante e dalla profondità dello specchio d'acqua.

- la zona stagnale -

Lamineto a Nymphaea alba

Nelle zone profonde 0,8 -2 m (in genere più lontane dalle rive) si sviluppano popolamenti costituiti da rizofite, cioè piante erbacee particolarmente adatte a vivere in acqua, in parte natanti senza radici ancorate nel fondo oppure con radici e fusti rizomatosi, fusti sommersi e fiori emersi (talvolta anche alcune foglie rotonde e galleggianti, più o meno grandi).
Si possono incontrare: 1) le brasche di palude (Potamogeton s.pl.), 2) i miriofilli (Miriophyllum s. pl.), 3) i ranuncoli d'acqua (ad es. Ranunculus trichophyllus) e, quando gli elementi di disturbo sono minimi , le specie  del lamiteto con foglie galleggianti, come 4) Ninfea comune (Nymphaea alba), mostrata nella foto, 5) Ninfea gialla (Nuphar luteum) ed altre ancora.

- la zona palustre -

Canneto a Phragmites australis

Avvicinandoci alla riva, potremo osservare quella che genericamente viene definita la fascia del canneto: essa in realtà è costituita da popolamenti diversi di elofite (= piante erbacee, le cui gemme svernanti sono immerse nel fango), nelle quali la composizione viene determinata dalla minore o maggiore "acquaticità" delle specie.
Un popolamento fortemente legato all'ambiente acquatico è quello costituito da 6) Scirpo di palude (Schoenoplectus lacustris): le piante sono in genere sempre inondate e la profondità può raggiungere e superare in certi casi anche il metro.
Anche i popolamenti dominati da 7) tife (Typha latifolia e T. angustifolia) sono normalmente inondati ma in maniera minore rispetto a Scirpo di palude. Ad esempio la comune Mazzasorda (T. latifolia) può spesso popolare anche sponde e argini praticamente non sommersi ma solo con falda superficiale.
Le formazioni costituite da 8) Cannuccia di palude (Phragmites australis) sono le più diffuse e occupano ambienti a profondità di acqua molto variabile (in genre da 0 a 100 cm). Questa associazione (nella foto) si insedia preferibilmente dove l'acqua costituisce un elemento meno limitante, in genere più verso riva rispetto ai popolamenti di scirpi e tife. Addirittura quando le sponde sono troppo ripide per l'insediamento in acqua di piante elofite, la Cannuccia di palude riesce a formare dense bordure anche a terra, larghe diverse metri.

- la zona sommersa occasionalmente -

Campanelle maggiori - Leucojum aestivum

Praticamente sulle rive, dove le acque sommergono il terreno solo occasionalmente, è facile osservare piante specializzate dalle splendide fioriture come 9) Giunco fiorito (Butomus umbellatus), 10) Iris giallo di palude (Limniris pseudacorus) o 11) le Campanelle maggiori (Leucojum aestivum), mostrate nella foto e oggi molto rare.


ALCUNI ANIMALI DELLE ACQUE LIBERE

Uno specchio d’acqua, in apparenza così statico ed immobile, è in realtà un ambiente brulicante di vita.

Nell’intrico di radici, fusti e foglie della vegetazione acquatica trovano riparo, si riproducono e si alimentano una miriade di piccoli organismi: invertebrati, larve di anfibi, avannotti di pesci.

Le piante acquatiche e le alghe microscopiche, che ricoprono come una patina i fondali più bassi, costituiscono la fonte alimentare per numerosi uccelli e pesci erbivori.

Gli specchi d’acqua libera sono l’habitat principale di alimentazione per molte anatre.

Le anatre “di superficie” (Germano reale nella foto sotto in immersione, Marzaiola, Fischione, Alzavola, Mestolone, Codone) nuotano a pelo d’acqua aiutandosi con le zampe palmate. Per raggiungere la vegetazione sommersa di cui si nutrono, immergono in acqua la testa o al massimo la parte superiore del corpo.

Le anatre “tuffatrici” (Moriglione, Moretta e Moretta tabaccata, nella foto sotto) cercano il cibo più in profondità e per questo si immergono completamente, nuotando abilmente sottacqua.

Altri uccelli sono strettamente legati agli specchi d’acqua aperti per nidificare.

Il Mignattino piombato (nella foto sotto), una sterna molto rara, costruisce il nido appoggiando steli di giunco e canna alle larghe foglie galleggianti delle piante acquatiche.

Lo Svasso maggiore (nella foto sotto) e il più piccolo Tuffetto nidificano su voluminosi accumuli di materiale vegetale marcescente (alghe, erbe e frammenti di canne), appoggiati su bassi fondali oppure galleggianti e ancorati alla vegetazione acquatica o palustre.

Nelle zone umide di grandi dimensioni vivono soprattutto pesci appartenenti alla famiglia dei Ciprinidi (Carpe, Carassi, ...), che tollerano bene le acque povere di ossigeno, torbide e piuttosto calde

Oggi però l’abbondanza o la semplice presenza dei pesci viene determinata più dalle immissioni effettuate per la pesca sportiva che dagli equilibri naturali.

Ripopolamenti eccessivi (soprattutto effettuati con pesci erbivori o detritivori) o introduzioni all'interno di piccoli bacini ostacolano lo sviluppo della vegetazione acquatica, con ripercussioni negative anche su tutti gli altri animali legati ad essa.


ALCUNI ANIMALI DEL CANNETO

L’ambiente del canneto, apparentemente tranquillo, può rivelare mille indizi della frenetica vita che si svolge al suo interno.

La presenza di piccoli passeriformi alla ricerca di semi o insetti (Cannareccione nella foto sotto, Cannaiola, Cannaiola verdognola, Migliarino di palude) si manifesta attraverso l’incessante e rapido spostamento degli animali da una pianta all’altra oppure attraverso i canti, che consentono di distinguere le specie più simili.

Caratteristico è il movimento prudente di animali come la Gallinella d’acqua, il Porciglione e la Folaga (nella foto sotto), che costeggiano le bordure di canne per "tuffarsi" letteralmente al loro interno al minimo pericolo.

Quando il canneto si evolve in modo naturale per almeno 3 o 4 anni (canneto “maturo”), può anche ospitare uccelli rari e minacciati come l’Airone rosso, il Tarabuso (nella foto sotto) e il più piccolo Tarabusino. Questi aironi, grazie al piumaggio mimetico e all'immobilità che assumono se minacciati, sono in grado di “scomparire” letteralmente all'interno del canneto stesso.

 

Al di fuori del periodo riproduttivo, i canneti rappresentano il riparo sicuro durante la notte per diversi uccelli: Rondine, Passera mattugia, Storno, diverse ballerine e Cesena.

Tra gli anfibi, la Raganella si nasconde fra foglie e fusti delle canne ancora verdi grazie alla sua colorazione (verde brillante e grigio-bruna); la sua presenza è segnalata solo dal particolare gracidio metallico dei maschi, che spesso si esibiscono in assordanti canti corali.