FICO COMUNE

Ficus carica L.

Famiglia: Moraceae

PORTAMENTO, TRONCO E RAMI
FOGLIE
FIORI
FRUTTI E SEMI
POSSIBILI CONFUSIONI
DISTRIBUZIONE
HABITAT
UTILIZZI E ALTRE INFORMAZIONI


PORTAMENTO, TRONCO E RAMI

Piccolo albero poco longevo (3-10 m) o, spesso, arbusto non più alto di 5 m, con apparato radicale molto espanso..
Il fusto è breve e contorto, con rami numerosi, fragili, formanti una chioma schiacciata..
La corteccia è sottile, verde e erbacea su rami e fusti giovani, scabra e grigio-cenere su tronco e rami vecchi..
Le gemme sono di tre tipi, tutte presenti su rami di 1 anno: foglifere, fiorifere e miste. Le prime, piccole e spesso dormienti, sono in posizione laterale; le fiorifere sono grosse e tondeggianti; le ultime, apicali e coperte da due squame, hanno forma conica.


FOGLIE

Le foglie sono alterne palmato-lobate (raramente anche semplici), con picciolo di 3-6 cm, a 3-5-(7) lobi oblunghi, disuguali espansi in alto, dentellati al margine, a base cordata o tronca..
La lamina fogliare (grande 5-10 x 8-15 cm) è verde scura, ruvida superiormente, pubescente e più chiara di sotto..
Presenta grande varietà della profondità dei lobi, con nervature in forte rilievo..
La specie mostra una spiccata differenza di forma tra le foglie di una stessa pianta (eterofillia) sia per età della pianta sia tra le diverse varietà.La specie mostra una spiccata differenza di forma tra le foglie di una stessa pianta (eterofillia) sia per età della pianta sia tra le diverse varietà.


FIORI

È una pianta molto particolare, caratterizzata da un singolare e complesso ciclo di fioritura e fruttificazione.
Presenta innanzitutto infiorescenze/infruttescenze chiamate siconi (i fichi). I siconi sono involucri cavi con un pedicello che li fissa ai rami e un’apertura all’apice opposto, detto ostiolo. All’interno dei siconi possono essere presenti sia fiori maschili sia femminili.
I siconi sono morfologicamente e funzionalmente differenziati fra la pianta “maschile”, chiamata Caprifico, e quella “femminile”, chiamata Fico vero o Fico edule. Questo perché la pianta non ha possibilità di produrre semi fertili senza la presenza di un piccolo insetto (una piccolissima vespa chiamata Blastophaga psenes) che, a sua volta, riesce a riprodursi e a sopravvivere alla stagione avversa solo all’interno dei frutti del Caprifico.
La coevoluzione tra Fico e Blastofaga è testimonia anche dalla perfetta sincronizzazione tra le tre generazioni annuali della vespa e le tre generazioni di siconi prodotti sia sul Caprifico sia sul Fico vero.
Il siconio del Caprifico contiene sia fiori maschili, che producono il polline, sia fiori femminili e si sviluppa in tre tipi diversi durante l'anno:
- Le Mamme (o Cratiri) contengono solo fiori femminili brevistili, si formano in autunno e maturano a fine primavera.
- I Profichi hanno fiori maschili e femminili brevistili, si formano sullo stesso ramo delle mamme in primavera e maturano in estate.
- I Mammoni hanno fiori maschili e femminili sia brevistili sia longistili, si sviluppano in estate e maturano in autunno.
Il siconio del Fico vero produce al suo interno solo fiori femminili longistili che possono quindi ricevere il polline (e fecondarsi) solo in presenza del Caprifico. Anche il Fico vero sviluppa nel corso dell’anno sino a tre tipi diversi di siconio che danno distinte fruttificazioni:
- I Fioroni (o fichi fioroni) che si formano da gemme dell'autunno precedente e maturano alla fine della primavera o all'inizio dell'estate.
- I Fichi (o forniti, o pedagnuoli) che si formano da gemme in primavera e maturano alla fine dell'estate dello stesso anno.
- I Cimaruoli che sono prodotti da gemme di sommità sviluppate nell'estate e che maturano nel tardo autunno (la produzione di cimaruoli è limitata a regioni dove l'estate è molto lunga ed il clima particolarmente caldo, più spesso è incompleta o insoddisfacente).


FRUTTI E SEMI

Il frutto composto è costituito dal siconio ingrossato fino a 2-5 cm, piriforme o subgloboso, glabro, di colore variabile verde, purpureo, giallastro o violaceo.
I siconi maturi del Caprifico sono coriacei, non dolci, non succulenti e praticamente immangiabili.
Quelli nei Fichi veri, che ben conosciamo, sono carnosi, succulenti, dolci e contengono al suo interno i frutticini (acheni) crostosi, racchiusi nel ricettacolo.


POSSIBILI CONFUSIONI
La presenza del frutto per buona parte dell’anno (unico per caratteristiche e ben conosciuto da tutti) toglie qualunque incertezza.
In assenza di questo, è potenzialmente possibile la confusione con il Gelso comune (Morus alba L.).
Le foglie del Gelso comune sono larghe, ruvide al tatto, occasionalmente lobate (3-5 lobi) ma per nulla coriacee come quelle del Fico.


DISTRIBUZIONE
L'esatta provenienza del Fico comune è oscura per la complessa e prolungata domesticazione, sviluppatasi lungo quattro millenni.
Si ritiene che l’areale originario più probabile sia da collocarsi tra la Regione mediterranea e l'Asia occidentale (Africa settentrionale, Europa meridionale, Asia occidentale sino al Pakistan settentrionale).
La specie viene coltivata nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo.
Al di fuori dell’areale originario, nell'Europa meridionale e orientale la specie è estensivamente coltivata e ampiamente naturalizzata; viene coltivata anche nelle Americhe.
Sfuggita alla coltura in alcuni stati degli U.S.A, qui è oggi considera specie invasiva negli ambienti naturali.
In Italia è presente ovunque come pianta coltivata. In natura, il Fico comune è indigeno in tutta la Penisola e in Sicilia, mentre in alcune regione del Nord viene considerato alloctono (naturalizzata o casuale) e in Sardegna criptogenico (cioè alloctono di cui si ignora la provenienza e la causa di presenza).


HABITAT
Il Fico comune è una pianta eliofila e termofila che vive selvatico o rinselvatichito su suoli calcarei o neutri, asciutti e pietrosi. Si sviluppa anche ai piedi di muri e sui muri stessi, se trova delle fenditure.
Nei luoghi più aridi è fondamentale la disponibilità, anche in quantità limita di risorse idriche.br> Si può osservare da 0 a 600-800 m di altitudine in esposizione meridionale.


UTILIZZI E ALTRE INFORMAZIONI
La relazione di simbiosi obbligata tra le tre generazioni della vespa Blastophaga psenes e le tre generazioni di siconi prodotti sia sul Caprifico sia sul Fico vero si sviluppa attraverso un ciclo annuale molto complesso.
In autunno Blastophaga psenes entra nelle "Mamme" del Caprifico e depone le proprie uova negli ovari dei fiori: questa operazione riesce grazie al fatto che gli stili sono corti. Gli ovari si trasformano in galle e sono utilizzati dalle larve per svernare. A inizio primavera, nelle galle si sviluppano gli insetti che fuoriescono a maturità. I maschi fecondano le femmine e quindi muoiono, mentre le femmine fecondate escono all'esterno, attraverso l'ostiolo del siconio.
Le femmine fecondate di questa generazione entrano nei "Profichi" del Caprifico per deporre le uova negli ovari dei fiori femminili presenti. In circa 2 mesi i profichi ingrossano e la nuova generazione di insetti adulti esce. Uscendo, gli insetti si caricano del polline dei fiori maschili, posti vicino all'ostiolo e quindi sciamano all'esterno.
Le femmine depositano quindi le uova nei "Mammoni" del Caprifico dove si sviluppa quindi una nuova generazione di vespe e le femmine della sciamatura autunnale entreranno infine nelle mamme, per deporre le uova della generazione svernante nelle "Mamme".
Il Fico vero produce tre tipi differenti di siconi che presentano solo fiori femminili longistili e che quindi possono ricevere il polline (e fecondarsi) solo in presenza del Caprifico.
Le femmine che escono dai siconi delle fioriture del Caprifico cariche di polline, tentano di penetrare l'ostiolo dei tre tipi di siconio del Fico vero("Fioroni", "Fichi" e "Cimuaruoli"), abbandonando i granelli di polline sugli stigmi dei fiori femminili.
Se tentano di deporre le loro uova all’interno degli ovari, la lunghezza eccessiva dello stilo (sono infatti presenti solo fiori longistilo) impedisce di portare a termine l'ovodeposizione: non si formeranno quindi le galle e la fruttificazione potrà procedere normalmente.
L'uomo aiuta tradizionalmente l'impollinazione appendendo dei siconi di Caprifico (pieni di vespe impollinate) sui rami del Fico vero per favorire la produzione di fichi fecondati.
Per ovviare alla difficoltà di disporre sempre del Caprifico, si sono selezionate anche numerose varietà di fichi commestibili che producono frutti senza impollinazione (partenocarpia) ma con semi sterili. La maggior parte dei fichi coltivati oggi sono di questo tipo. Essi sono detti “permanenti” per differenziarli dalle varietà che ancora necessitano di impollinazione: in queste ultime i fichi non fecondati cadono infatti al suolo immaturi.
I frutti sono di proverbiale dolcezza e prelibatezza. Vengono consumati allo stato fresco oppure essiccati: mangiati freschi in gran quantità sono lassativi, mentre i frutti secchi, ricchi di zuccheri, proteine, vitamine e sali minerali, contengono principi emollienti ed anticatarrali.
Alle foglie si riconoscono proprietà bechiche (contro la tosse) ed emmenagoghe (stimolano le mestruazioni).
Il latice, contenuto in gemme, rametti, foglie, siconi immaturi, possiede doti digestive e gastroprotettive, antinfiammatorie, risolventi per calli e verruche, ma può essere caustico per la pelle, soprattutto se esposta al sole. Il latice contenuto nei rametti di fico veniva in passato usato per far cagliare il latte.
Il legno bianco-giallastro, fragile e tenero, è ricco di succhi lattiginosi ed è di scarso valore come combustibile.
Il nome del genere deriva dalla latinizzazione del termine greco sycos (= fico); il nome della specie si riferisce invece alla Caria (regione storica nell'ovest dell'Anatolia, da cui si riteneva che la pianta fosse originaria).